venerdì 16 settembre 2011

MORTO VIVENTE ESCE DALLA TOMBA

SAN PAOLO - Un camionista brasiliano si è finto morto per 13 ore, sepolto sotto terra in un cimitero di Rio de Janeiro. Poi è uscito fuori dalla tomba col volto trasformato in una maschera di sangue, e in mezzo a un fuggi fuggi generale ha camminato per un chilometro fino all’ospedale. Pedro Da Silva Correa, di 43 anni, ha raccontato confusamente di essere stato picchiato a morte da cinque trafficanti di droga che a suo dire lo avrebbero scambiato erroneamente per un trafficante rivale. Alla fine i malviventi lo hanno trascinato a notte fonda sino al cimitero del Cajù, lo hanno buttato in una fossa aperta e gli hanno sparato più volte alla testa. Una pallottola gli si è conficcata nel naso e in gola, e un’altra nel cranio, ma non è morto. Correa è rimasto immobile mentre gli assalitori lo ricoprivano completamente di terra. “Ma lo strato di terra sulla mia testa non era molto spesso - ha raccontato in ospedale - Così sono riuscito a respirare. Ho pensato di restare fermo per farmi credere morto. Poi devo essere svenuto”. Si è svegliato 13 ore dopo ed è uscito allo scoperto nel cimitero affollato di gente. L’uomo, sfigurato dalle botte e dalle pallottole, completamente ricoperto di sangue, invocava aiuto senza che nessuno avesse il coraggio di avvicinarglisi: “Scappavamo tutti urlando. Sembrava un morto vivente come nei film del terrore”, ha detto un testimone. Allora, barcollando e cadendo più volte, è riuscito da solo a percorrere il chilometro che divide il cimitero dal più vicino ospedale. Ai medici inorriditi ha raccontato la sua storia ma nessuno gli ha creduto. Però ad un immediato controllo della polizia è stata trovata nel cimitero una fossa con terra smossa mista a sangue fresco: era tutto vero. Le condizioni del camionista sono gravissime ma i medici non disperano di salvarlo.

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